A ritroso

Cent'anni indietro, qualcheduno in avanti

A distanza

Professore ho inviato.
Mi dice lo studente tra i quaranta e i quarantacinque anni. Non sto a ribattere che non sono un prof ma bensì un tecnico informatico che fa da sorvegliante o meglio un umanista che ha vinto un concorso da tecnico informatico. Un bando intrapreso in un anno di pandemie e incertezze. Insomma gli risparmio tutto questo, non senza un certo sforzo. – Chiuda pure il microfono e rimanga connesso
Lui fa un sospiro di sollievo per aver concluso e si butta indietro sulla sedia. Afferra una sigaretta elettronica dal lato dell’inquadratura e ci si attacca dando una boccata che ai miei occhi sembra non finire mai. La esala lentamente guardando verso l’alto mentre il fumo invade lo schermo e la stanza in cui è: una cameretta costellata di poster dell’uomo ragno, uno poster di Black Panther, un piccolo canestro, il monopoli di Fortnite e un bersaglio per le freccette.

Un paio di settimane fa un altro dei miei personaggi preferiti, un uomo sulla cinquantina molto calvo e molto sovrappeso che ha fatto l’esame dal posto di lavoro. Si era ritirato in un ufficio che dava l’idea di essere polverosissimo. Alle sue spalle c’erano mensole straripanti di faldoni di carta che sembravano dover cadere da un momento all’altro. Con un forte accento campano mi ha detto che lui lavorando e vivendo ad Avellino avrebbe comunque fatto la prova da remoto. Interagiamo intermediati dallo schermo ma soprattutto dalla coltre di fumo che c’è dalla sua parte. Per tutta la prova infatti, ha fumato una sigaretta dietro all’altra. Quando gli finiva una sigaretta, senza distogliere gli occhi dallo schermo, la spegneva fuori dall’inquadratura, ne prendeva un’altra e l’accendeva.
Non so se fosse realmente magro o grasso ma aveva una faccia tonda di notevoli dimensioni, un collo taurino e una testa pelata e perlata di sudore copioso.
Aveva così tanti dettagli che lo caratterizzavano che temevo di non ricordarmeli tutti. Li ho ripassati mentalmente mentre finiva il compito. Quando mi ha salutato mi accenna di nuovo al fatto che ha bisogno del corso per il lavoro e che con la sua formazione non si aspettava certo di finire a fare quello che fa. Io taccio, di nuovo.
Un altro innocente è stato risparmiato dalla strana storia per cui un tizio che era partito dal cinema è finito a fare i siti, le bici, tecnicismi e infine la cortese guardia Svizzera nell’ultimo ritrovato della noia a distanza.